Il Comune di Milazzo ha trasmesso alla “cabina di regia” deliberata dalla giunta regionale siciliana col compito di elaborare la proposta di istituzione della Zona economica speciale prevista dal “Decreto Sud” una prima bozza di perimetrazione del proprio territorio.

L’area individuata quale Zona economica speciale ha una superificie di 450 mila metri quadrati ed è posta a ridosso dell’area portuale di Milazzo e delle aree Asi-Agglomerato Monforte-Barcellona. Nel vigente Prg è individuata come zona produttiva avente tre diverse tipologie: DE (Aree destinate a insediamenti produttivi connessi con la movimentazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli e industriali); Area D2 (area a destinazione industriale) e DE2 (area destinata a servizi ed attrezzature del porto commerciale). Allo stato attuale risultano presenti ed operanti nella zona delimitata attività commerciali, industriali (trasformazione e lavorazione di prodotti ittici), artigianali e alberghiere. Nell’area limitrofa all’ex stazione ferroviaria sono presenti gli edifici dell’ex Montecatini e dello scalo ferroviario.

In pratica si tratta di un perimetro urbano che comprende via Acqueviole, via Tonnara, una parte di via Ciantro non caratterizzata dalla presenza delle abitazioni e poi la via Gramsci sino al primo svincolo dell’asse viario.

«Una Zona economica speciale – spiega l’assessore allo sviluppo economico Carmelo Torre – è un territorio ben identificato di uno Stato in cui sono adottate specifiche leggi finanziarie ed economiche, con l’obiettivo di attrarre investitori stranieri che potrebbero essere interessati a capitalizzare profitti in questa area altamente defiscalizzata. Un  discorso in prospettiva che la città deve affrontare con impegno e responsabilità  perché darebbe sicuramente un grande vantaggio a questo territorio.   Personalmente ritengo che in sede di concertazione con la “cabina di regia” si possa discutere dell’inserimento dell’area portuale e quindi anche dei Molini Lo Presti – conclude l’assessore – e ciò nell’interesse di un autentico sviluppo del water front che sino ad oggi non è stato valorizzato a dovere, quantomeno per dare ricchezza alla nostra città».