Uscendo dal portale del Palazzo dei Marchesi D’Amico ed incamminandosi verso sinistra si giunge dopo appena dieci metri ad un vicolo in salita (vico Galletti) che conduce alla storica chiesa di S. Francesco di Paola, ben visibile sullo sfondo. Annessa all’attiguo convento, venne fondata dall’omonimo santo intorno al 1464, per poi essere rimaneggiata nei secoli successivi, da ultimo intorno alla metà del Settecento, quando venne dotata di un’elegante facciata impreziosita da decorazioni in pietra da taglio e di un ciclo di affreschi andato perduto e sostituito da quello eseguito nel 1914 da Raffaele Severino. Al 1914 risalgono altresì le artistiche vetrate realizzate da Salvatore Gregorietti. Tele e pale d’altare arricchiscono l’aula della chiesa: tra le altre, una firmata e datata da Letterio Paladino (1723). Tra le opere d’arte spiccano un coro ligneo, una statua marmorea della Madonna col Bambino di scuola gaginiana, recante alla base lo stemma dei Ventimiglia, ed il simulacro di San Francesco di Paola, presente in marmo (XVIII sec.) anche nella scalinata antistante la chiesa, scalinata recentemente ampliata con balaustre perfettamente analoghe a quelle originali situate vicino al portale d’ingresso del tempio.

L’elegante facciata della chiesa di S. Francesco di Paola

I Milazzesi sono molto affezionati a questa chiesa per la profonda devozione al loro Santo più caro, patrono della gente di mare, la cui affollatissima processione (prima domenica di maggio) è seguita il martedì successivo dall’altra della “Berrettella” (custodita in reliquiario d’argento) che lo stesso San Francesco indossava in vita. Quest’ultima processione si svolge in parte sul mare e culmina con una breve cerimonia nello specchio d’acqua antistante la Marina Garibaldi.

Nella chiesa si conservano i resti di S. Candida, una Martire delle catacombe di S. Ciriaca in Roma, traslata a Milazzo nel XVIII secolo, come attesta peraltro chiaramente un’antica certificazione di autenticità delle reliquie sottoscritta dal Vescovo di Porfiria nel 1784. Una Martire dei primi secoli della Chiesa di Roma, dunque, non la pia, devota ed omonima contemporanea milazzese del Santo di Paola, cui spesso vengono erroneamente associati questi resti custoditi entro teca in una cappelluccia ubicata dirimpetto alla Sacrestia, dove invece si può ammirare un pregevolissimo armadio ligneo.

Sotto la pavimentazione, recante iscrizioni sepolcrali di famiglie gentilizie, è custodita, ma al momento è inaccessibile, la cripta, dove in un cartiglio si legge la data 1770. All’esterno della chiesa, nella facciata laterale rivolta verso nord, una palla di cannone fa bella mostra di sé a ricordo della nota battaglia risorgimentale tra le truppe garibaldine e quelle borboniche (20 luglio 1860).

La chiesa custodisce tra le altre la tomba del patriota milazzese sen. Domenico Piraino, vissuto nell’Ottocento.

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Ultima modifica il: 21 Dicembre 2021