Ampio dibattito sulla questione portualità ieri sera in consiglio comunale riunito in adunanza straordinaria a seguito della richiesta del consigliere Pippo Doddo che si è soffermato sulla necessità di eliminare la ringhiera che chiude ai cittadini l’accesso all’area portuale. Il consigliere ha poi sostenuto che in precedenti incontri con i rappresentanti dell’Autorità Portuale erano state fatte tante promesse e assunti impegni, di fatto non tradotti in concreti risultati. Richiamando poi la normativa per la quale il piano regolatore del porto non può contrastare con lo strumento urbanistico comunale, Doddo ha sostenuto però che nel tempo nessuno è stato all’altezza di sfruttare l’invidiabile patrimonio di cui la città dispone e della ricchezza legata al mare, come sarebbe stato possibile, opportuno e necessario.

Per Antonio Foti, di seguito ad alcune sue premesse, è il momento di scrivere una strategia portuale, al momento assente, con l’obiettivo di pervenire a concreti risultati, alla luce anche delle tante questioni che sono sul tappeto.

Lamentando come Milazzo non sia proprietaria del suo territorio, Antonino Italiano ha rivendicato se non altro una posizione di primo piano nelle sedi e nei momenti in cui si prendono decisioni su quelle parti di territorio sul quale esercitano diritti altre autorità ad esso esterne.

Il sindaco Pippo Midili ha annesso alla seduta consiliare più importanza di quanto avrebbe potuto averne con la presenza dell’Autorità Portuale, “le cui idee progettuali –ha detto- le ha pure già messe sulla carta”. Quindi, risalendo al 2016 ha fatto presente che per l’Autorità di Sistema all’epoca non c’era neppure uno schizzo del piano regolatore del porto, mentre di fatto ha riferito di lavori avviati a stralcio, ma incompleti, di come i molini Lo Presti potrebbero essere asserviti alle attività portuali, di previsione di lavori non effettuati, della stazione marittima che presenta problemi, e altro ancora, pervenendo alla conclusione che la città si deve riappropriare di tutte le aree che non sono funzionali all’attività portuale.

“L’intenzione è quella di pervenire alla organizzazione di un tavolo tecnico con l’Autorità Portuale, e con  rappresentanza di  consiglieri, nelle dovute proporzioni tra la maggioranza e l’opposizione, per affrontare le problematiche e  raggiungere pertanto i nostri obiettivi”.

Accennando al progettualità per il porto, Lorenzo Italiano ha detto di concordare con l’auspicio di chi ritiene i molini Lo Presti funzionali ed asserviti alle attività portuali.

La redazione di un documento è stato quindi sollecitato da Francesco Ficarra, per dare gli indirizzi anche sulla progettualità che si intende portare avanti per il porto, e con mandato dato all’amministrazione comunale per raggiungere tale obiettivo.

Infine, interventi di Maria Magliarditi per focalizzare l’importanza e la funzionalità dello scalo marittimo milazzese, con accenno al suo potenziamento perseguibile operando in modo sinergico e senza contrapposizioni politiche, e collocati sulla stessa linea, Mario Sindoni che si è soffermato su questioni annesse alla creazione della stazione marittima, e Santi Saraò, per il quale sarebbe ora di accantonare per sempre promesse ed impegni non mantenuti ed affrontare in via risolutiva le molteplici problematiche di cui tanto si è discusso nel tempo, senza avviarle mai a concreta soluzione.